Secondo uno studio recente, i figli degli olandesi sono i più sereni del mondo. Mediante un rapporto Unicef, risulta che in Olanda l’infanzia è sinonimo di indipendenza, gioco e libertà; questo tipo di educazione, porterebbe il bambino verso una totale felicità e spensieratezza anche in fase adolescenziale.
Le differenze con l’Italia sono davvero tante. I bambini vanno a scuola da soli e in bicicletta, possono giocare all’aria aperta da soli con i loro amichetti, trascorrono molto tempo in compagnia dei loro genitori e hanno pochissimi compiti per casa alle elementari. In questo modo i bambini crescono con la totale consapevolezza e sicurezza di sé e sono in grado di instaurare rapporti sani e duraturi con i loro coetanei.
Perché non prendere spunto da loro? Ecco alcuni consigli:
-Imparare il doe maar gewoon: Letteralmente significa Datti una calmata, ma è un’espressione che indica di accettarsi così come si è con tutti i pregi e i difetti che si hanno.
-La regola delle 3R: Reinheid, rust e regelmaat, si tratta di un titolo di un libricino scritto da un’infermiera nel lontano 1905. Una raccomandazione su come prendersi cura di un bimbo piccolo senza molti sforzi. La prima R corrisponde a pulizia, la seconda al riposo e la terza alla regolarità.
-No ai castighi: Una buona educazione non prevede castighi o nell’imporsi con controllo. Piuttosto una buona prassi, sarebbe quella di fargli notare dove ha sbagliato.
-Tutti in bici: In Olanda i bambini imparano sin da subito a rispettare le regole stradali.
-Libertà: I bambini hanno bisogno di passeggiate e di stare all’aria aperta.
-L’importanza del riciclo: In Olanda i bambini giocano con i giocattoli di seconda mano. Ogni anno infatti, durante il mese di Aprile nel giorno del re, il vrijmarkt allestito al Vondelpark di Amsterdam si trasforma in un gigantesco mercato per i bambini, e lo stesso accade in tutte le città e i villaggi del Paese. I bambini dunque, vendono i loro giocattoli che non usano più e ne acquistano di nuovi con il ricavato. Ideale per insegnare loro l’arte del baratto, la consapevolezza di non essere superficiali ma di dare il giusto valore alle cose.